La nascita del denim e i pantaloni di Garibaldi
Il denim: la tela di cotone (anticamente unito al lino) che ha alle spalle una vecchia e fortunata storia che s’intreccia con le vicende del nostro Paese.
Un tessuto che ha come precursore il fustagno blu prodotto fin dal XV secolo sia in Francia, a Nîmes (di qui il nome “denim”), sia a Chieri, in Piemonte, il quale, attraverso il porto di Genova (e da qui, con molta probabilità, il nome “jeans”, da “bleu de Gênes”, ovvero “blu di Genova”), veniva esportato ed utilizzato per realizzare vele per imbarcazioni, teloni e anche robusti pantaloni per i marinai.
Fu quando il cotone divenne disponibile in grandi quantità che la tela denim, che presentava eccezionali qualità di robustezza, iniziò ad essere utilizzata su larga scala per confezionare abiti da lavoro.
Ma non solo…
La divisa dei garibaldini: giubba rossa e jeans, o meglio quella che allora era “tela di Genova”.
Oggi i mitici pantaloni che Giuseppe Garibaldi indossava quando sbarcò a Marsala nel 1860 (i cosiddetti “genovesi”) sono conservati al Museo Centrale del Risorgimento di Roma, esposti in una speciale bacheca, e rappresentano i più vecchi jeans arrivati fino ai nostri giorni.
Lunghi fino alla caviglia, con una tasca per lato, presentano una toppa sul ginocchio sinistro, anch’essa in jeans, che copre uno strappo, che la storia racconta dovuto (forse) a una pallottola presa di striscio dall’Eroe dei Due Mondi durante un attentato.
Levi Strauss e la nascita dei blue-jeans
La storia ci racconta che la fortuna dei blue-jeans, ovvero dei noti pantaloni realizzati con tela denim, deve le sue origini a un ebreo bavarese, Levi Strauss, nato nel 1829 ed emigrato giovanissimo a New York con la sua famiglia, dove i suoi fratelli maggiori aprirono una rivendita di tessuti.
Nel 1850, l’allora ventenne Strauss decise di unirsi alla “corsa all’oro” californiana. Prima di partire, i fratelli gli consigliarono di portare con sé alcune merci, nel caso avesse voluto aprire un suo proprio negozio. Strauss arrivò quindi a San Francisco con una discreta quantità di rotoli di cotone, seta, tela e altri tessuti e qui aprì una sua propria rivendita.
In poco tempo Levi Strauss riuscì a vendere tutte le sue merci, eccetto i rotoli di tela, finché un giorno, parlando con un minatore, venne a sapere che i pantaloni dei cercatori d’oro si logoravano molto velocemente ed ebbe l’idea di provare a far buon uso della tela che gli era rimasta invenduta per farne pantaloni.
Assunse un sarto, Jacob Davis, e con lui iniziò la produzione. I suoi nuovi pantaloni andarono a ruba: duravano a lungo ed erano comodi, proprio ciò di cui i minatori avevano bisogno. Siccome le richieste dei “Levi’s trousers” erano sempre più numerose, Strauss decise di fondare un’azienda con la sua famiglia, la Levi Strauss & Co, che iniziò a produrre in larga scala i pantaloni che divennero poi famosi come Levi’s e che successivamente iniziò a realizzare con “tela di Nîmes”, rafforzandone i punti più deboli con rivetti di rame ed applicandovi con doppia cucitura il suo famosissimo marchio in pelle.
Il denim oggi
E ancora oggi il denim fa tendenza. Moltissimi gli utilizzi di questo straordinario tessuto fin dal suo esordio. Un tessuto che ha contraddistinto diverse epoche, passando da tessuto per abiti da lavoro a tessuto simbolo del rock and roll e dei primi idoli del cinema, poi simbolo dell’antimoda e della contestazione giovanile degli anni Sessanta e Sessanta, quindi diventato uno stile d’abbigliamento per abiti alla moda proposti da tutti i maggiori stilisti.
Moltissime infatti oggi le proposte jeanswear, così come suggerito anche dai migliori cataloghi di moda online. Per averne un’idea basta scorrere le collezioni, sempre aggiornate in fatto di novità e di tendenze, del grande store Zalando, dove il denim ha un posto d’eccezione per la realizzazione di moltissimi capi d’abbigliamento che il negozio online offre a ottimi prezzi, dai pantaloni ai giubbini, dalle gonne alle borse, dalle salopette ai cappelli, dalla camicie ai gilet, dalle calzature ai corpetti.