Amazon e la sfida del biologico
Già leader incontrastato delle vendite on-line a livello globale, Amazon ha di recente messo a segno un altro colpo per confermare – se mai ce ne fosse bisogno – la sua supremazia nella grande distribuzione: l’acquisizione della Whole Foods Market per la cifra capogiro di 14 miliardi di dollari, vale a dire il più alto prezzo mai pagato per una catena di supermercati.
Specifichiamo che non si tratta di una semplice catena di supermercati. Whole Foods Market rappresenta il marchio di cibo biologico e salutista più noto degli Stati Uniti, amato da milioni di persone perché – per riprendere le parole di Jeff Bezos – “rende divertente il mangiar sano“.
Non un merito da poco, se pensiamo che nell’immaginario collettivo – così come nei film e nelle serie TV – l’americano medio si è sempre divertito con un hot dog in mano, o al massimo con hamburger e patatine, mai con un frullato di frutta biologica e un tortino al farro.
D’altronde stiamo parlando del Paese che, con l’introduzione dei Fast Food, ha di fatto inventato ed esportato in tutto il mondo il format del cibo spazzatura, elevandosene a simbolo indiscusso.
Eppure, la tendenza è cambiata, il livello di consapevolezza della popolazione mondiale rispetto alla propria salute è in continuo aumento; basti pensare che solo negli USA i consumatori di organic and biological food sono aumentati in meno di un anno di oltre due milioni, dato dovuto anche alla maggiore offerta di prodotti biologici da parte delle ditte produttrici. Oramai il biologico non si limita più a una categoria circoscritta di prodotti, ma si estende in maniera trasversale a qualsiasi articolo, comprese le specialità e i piatti tipici. La qualità del prodotto rimane importante, ma se è bio è meglio, anche a costo di spendere un po’ di più.
Tornando al sodalizio con Whole Foods Market, è indubbio che per Amazon rappresenti una scommessa importante, non solo in termini finanziari, ma anche di differenziazione del business e di valorizzazione della propria immagine.
Non è una novità, infatti, che l’azienda venga spesso attaccata in quanto considerata emblema e capostipite di un modo freddo e distaccato di fare acquisti su internet, basato su una spietata logica commerciale di sconti e promozioni, a discapito del rapporto umano con il cliente.
In questa ottica puntare sul cibo bio potrebbe significare per Amazon dare nuovo impulso alla propria immagine e creare un rapporto più diretto con i consumatori, più genuino e trasparente, proprio come i prodotti biologici che consegnerà nelle loro case.