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I personal shopper si diffonderanno anche in Italia?

Se ne parla ormai da tempo, eppure la figura del personal shopper sembra faticare a decollare, per lo meno in Italia. Il consulente specializzato in acquisti viene ancora visto come un lusso nel nostro paese, eppure dalle recenti testimonianze di più di un personal shopper scovate in rete, la clientela in cerca di suggerimenti in fatto di stile è piuttosto varia e non appartiene esclusivamente alla classe agiata. Ma andiamo per gradi e facciamo chiarezza su questo ruolo e sulla sua evoluzione.

Il personal shopper è colui che offre una consulenza in merito allo stile e alla moda. Può occuparsi di una o più tipologie di prodotto: le principali sono sicuramente l’abbigliamento, con focus sugli abiti da sposa in tantissimi casi, ma anche arredo, antiquariato, tecnologia e bellezza. Nel concreto offre delle idee e dà suggerimenti in grado di valorizzare l’aspetto di una persona o di un ambiente, proponendosi come guida allo shopping per poche ore o anche per un’intera giornata. Nella maggior parte dei casi il personal shopper accompagna fisicamente i clienti in negozio per applicare i suoi consigli in fase di acquisto, ma può anche ricevere una delega all’acquisto in maniera diretta.

Un ruolo di guida e di assistenza stilistica

Il compito di un personal shopper è quello di comprendere le esigenze e le intenzioni del cliente, a partire dai suoi interessi e dal suo stile di vita. Questo permette al consulente di avere una linea guida da seguire durante gli acquisti. In secondo luogo è d’obbligo la misura delle forme e la conoscenza dei gusti di chi richiede la sua assistenza. Fondamentale è anche essere al corrente del budget che la persona in cerca di un re-style vuole spendere e del tempo che ha a disposizione. Solo a questo punto è possibile iniziare lo shopping tour!

Molti confondono il personal shopper con il consulente d’immagine, ma la differenza è netta: nel primo caso l’obiettivo è raccomandare suggerimenti personalizzati su acquisti di vario genere, soprattutto di moda, mentre nel secondo caso la figura ha lo scopo di migliorare l’immagine del cliente, dall’abbigliamento al make-up, dal linguaggio del corpo all’etichetta.

L’evoluzione del personal shopper

Se è vero che in Italia la professione del personal shopper non ha trovato la diffusione che ci si immaginava inizialmente, un’evoluzione nel tempo c’è stata. In primo luogo nel corso degli ultimi anni sono cambiati gli interessati a questa tipologia di servizio. Non più solo donne in carriera con disponibilità economica o turisti amanti del Made in Italy che hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a districarsi tra i numerosi negozi del centro: al giorno d’oggi la clientela è molto più variegata.

Le prestazioni del personal shopper sono spesso oggetto di regali ad amiche, mamme e figlie, ma sono anche supporto e guida di stile in occasioni speciali come il matrimonio oppure in fase di cambiamento del proprio corpo e della propria vita (nuovo lavoro, divorzio, dieta). Anche le aziende sono diventate acquirenti di fiducia dei personal shopper. Il motivo? La loro consulenza è di grande aiuto quando è necessario un re-style delle divise di lavoro per esempio oppure durante ricorrenze e festività al momento di fare dei regali ai dipendenti.

Personal shopper: nuove applicazioni

Oltre ad esserci stato un ampliamento della tipologia di clientela, è mutata anche la modalità di proposta della consulenza da parte dei personal shopper. La presenza nei centri commerciali, in piccoli negozi e anche sul web ha reso il loro lavoro aperto a più possibilità. La shopping experience in store e online è cambiata notevolemente e questa figura si è adeguata di conseguenza. Basti pensare che oltre alle consulenze tramite Skype, comode, rapide ed efficaci per avere utili consigli in breve tempo, anche numerosi colossi del web stanno cercando di proporre sotto forma di prodotto o applicazione i servizi del personal shopper in rete.

Instagram per esempio renderà possibile salvare o acquistare attraverso dei tag sulle immagini i prodotti che più piacciono agli internauti. Google invece vuole rendere più semplice comprendere la vestibilità di un capo, suggerendo all’utente in fase di ricerca immagini di modelle e modelli che indossano quel particolare oggetto o articoli simili. Anche Amazon propone un suo personal shopper tecnologico: con Echo Look sarà possibile condividere con gli amici, anche sui social, foto e video a 360° mentre si sta provando un certo outfit per avere un loro consiglio.

Una diffusione dei personal shopper quindi è possibile affermare che ci sia stata. Ma su più livelli e con diverse sfaccettature.

 

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