Acquistare qualcosa di nuovo ci fa sentire più belli e appagati, è innegabile. Lo shopping può essere terapeutico, tira su il morale e ci rende più felici. Gli oggetti in vetrina ci attirano come calamite e gli sconti sono i nostri migliori amici e un toccasana per il nostro umore. Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non è mai stato accusato di adottare atteggiamenti compulsivi negli acquisti o, per usare un termine all’inglese, di essere uno shopaholic. E tutto perché magari non siamo stati in grado di rinunciare ad una vendita promozionale o perché quando vediamo una cosa che ci piace facciamo di tutto per averla.
Ma cosa significa veramente Shopaholic?
Shopaholic è un termine inglese, coniato per descrivere una persona che fa acquisti compulsivamente. Una forma di abitudine che può portare ad una dipendenza dallo shopping. Si pronuncia sciopaolic, deriva dallo slang inglese il suo significato letterale è “maniaco dello shopping”.
In Italia questa terminologia è stata resa famosa dal libro best seller, poi trasformato in pellicola cinematografica, di Sophie Kinsella: Confession of a Shopaholic, da noi conosciuto con il nome più romantico di I Love Shopping, dove si raccontano le disavventure di una compratrice compulsiva che alla fine del libro si redime. Ma non troppo. Perché è vero che spendere fa sentire bene, fa crescere l’autostima e ci regala una sensazione di benessere. Infatti è considerato un ottimo anti-stress. Ma, come per tutte le cose belle, farlo con moderazione è d’obbligo. Quando la situazione degenera si può parlare di una vera e propria patologia compulsiva, una dipendenza, descritta come il desiderio irrefrenabile di fare acquisti che prescinde da ciò che serve realmente e che può nascondere un vero problema.
Continuiamo a fare shopping quindi, ma con moderazione
L’atteggiamento consumistico è estremamente diffuso nella nostra società. Spesso si comprano cose di cui non si ha realmente bisogno per condizione sociale, per sentirci accettati e più felici. Questo non significa che siamo tutti patologicamente malati di shopping. Però correggere qualche comportamento potrebbe aiutarci ad apprezzare di più quello che abbiamo e comprare solo quello di cui realmente abbiamo bisogno.
Inoltre, questo atteggiamento è perfettamente in linea con il trend minimalista del momento che spinge ad acquistare meno cose ma di qualità, che durino nel tempo e che per questo ci rendono soddisfatti più a lungo. E quando pensiamo che la situazione ci stia sfuggendo di mano, ci sono dei piccoli accorgimenti che si possono mettere in atto. Come uscire con i soldi contati e con qualche amico fidato che ci sappia consigliare.
Ma solo le donne possono essere considerate delle Shopaholic?
Spesso quando si parla di shopping si pensa che sia una cosa che riguardi solo le donne. Al contrario, recentemente i dati di una ricerca condotta da Ogilvy nel 2017 ha messo in luce il fatto che gli uomini spendano più delle donne e trascorrano più ore a fare shopping, sottolineando come questo dato sia destinato a salire.
I due generi si differenziano però nelle modalità: gli uomini infatti prediligono lo shopping online, soprattutto di oggetti legati al campo della tecnologia. Inoltre, mentre le donne acquistano più spinte dal desiderio del momento e dal proprio umore, gli uomini comprano per la funzionalità dell’oggetto, facendo ricerche e trovando il miglior prodotto in termini di rapporto qualità prezzo in commercio. Questo significa che quindi anche gli uomini possono essere considerati degli shopaholic. Ma donne, non temete: il primato dell’acquisto d’impulso rimarrà per sempre vostro.