Anni buoni, i primi del Settecento, per libri che volevano far viaggiare la fantasia degli europei in luoghi sconosciuti, lontani, fantastici, talvolta presi come spunto per raccontare in modo allegorico e satirico i fatti storici e sociali dell’epoca.
Mete di viaggi avventurosi, immaginari, meravigliosi, che con – spesso – un’accattivante vena fiabesca, apriranno le porte a generi letterari specifici che rapiranno i lettori di ogni età negli anni a venire.
È alla pubblicazione di Robinson Crusoe, scritto nel 1719 da Daniel Defoe, uno dei padri del romanzo inglese, che si fa risalire la nascita del moderno romanzo d’avventura, seguito poi da un altro grande successo: I Viaggi di Gulliver (in vari paesi lontani del mondo), scritto nel 1726, poi riveduto nel 1735, dall’irlandese Jonathan Swift.
Il dr. Lemuel Gulliver, il personaggio nato dall’immaginazione di Swift, è un uomo di mezz’età che, appassionato di viaggi, intraprenderà in più riprese, partendo alla ventura, quattro mirabolanti viaggi che lo porteranno dall’Inghilterra verso terre sconosciute: le isole di Lilliput e Biefuscu, la penisola di Brodbingnag (che Swift indica come attaccata all’ovest dell’America), l’isola volante di Laputa, quindi terre come Balnibarbi, Glubbdubdrib, Luggnagg, fino al Giappone e alle terre abitate dagli Houyhnhnms e dai Yahoo.
Luoghi che vengono identificati come allegorie dei maggiori stati europei dell’epoca, con i loro contrasti politici e religiosi, i loro intrighi, un tipo di società in cui la legge è iniqua e viene poco rispettata, i metodi per conquistare il potere spesso “disumani”. Proprio come sono gli abitanti, le usanze, le leggi e le ingiustizie che il dr. Gulliver può osservare e vivere in prima persona nei “paesi lontani del mondo” che visiterà.
Terre nate dalla fantasia di un grande autore, dove si possono incontrare esseri e usanze diverse, sentendosi giganti o minuscoli al loro cospetto. Terre per avvicinarsi alle quali è necessaria intraprendenza e molto coraggio, spirito di adattamento e predisposizione ad aprire lo sguardo verso il nuovo e il diverso, l’inesplorato e l’imprevisto.
Spunti per viaggi che si possono intraprendere ancora oggi, quelli che con grande maestria, spirito critico e desiderio di conoscenza, Jonathan Swift ha fatto fare al suo alter ego fantastico. Lo stesso sguardo aperto verso il nuovo e il diverso che possono avere anche i viaggiatori contemporanei nei riguardi di terre che, seppur geograficamente ormai note, ci sono ancora in gran parte sconosciute.