La moda è un settore dinamico, caratterizzato da cambiamenti continui e da una forte connotazione estetica. Il taglio, i colori, i tessuti di un abito, unitamente alla storia della sua creazione, contribuiscono a produrre un’immagine molto forte dei prodotti in questione. È naturale che lo shopping relativo a questo mercato si basi molto su input visivi forti, studiati per accompagnare e rafforzare l’idea stessa che il capo o lo stilista vuole affermare. Su internet, negli ultimi anni, si è definita via via una forte tendenza a puntare sull’impatto visivo dei media nei vari canali di promozione della moda: è il visual shopping.
Questo termine si riferisce in realtà a molte cose diverse, che spaziano dalla ricerca di hashtag sulle piattaforme social media alla raccolta di contenuto user-based, da utilizzare all’interno di campagne di marketing. Nella sua forma più basilare, il visual shopping fa leva sul concetto di arricchire l’esperienza dell’utente con contenuti d’impatto, che suscitino ispirazione e identificazione.
Il cliente viene coinvolto è spinto a generare una forma di preferenza nei confronti di un determinato brand o di un venditore. Si tratta di concetti che possono risultare estremamente generici, ma che appaiono tali perché separati dal contenuto visuale che li supporta. Questo è un insieme di suggerimenti visivi, di riferimenti e contenuti che offrono all’utente un ritratto fortemente contestualizzato di un prodotto o di un marchio.
Nella moda tutto ciò assume un valore critico. Il modo con cui ci si approccia allo shopping differisce in molti modi da quello delle generazioni passate: grazie ai feed di Instagram o ai pin di Pinterest riceviamo informazioni chiave in pochi istanti, a cui dedichiamo un’attenzione altrettanto parcellizzata.
Le informazioni relative ai prodotti importanti dunque si adattano a questa rapidità di consumo e creano dei veri e propri flash contestuali, a cui la mente del cliente ritorna in maniera più o meno consapevole nel momento in cui si interroga sulla possibilità di acquistare o meno da un certo brand. In sostanza vengono create delle micro-narrazioni basate su immagini più o meno esplicite. Zalando e Yoox, ad esempio, sfruttano in modo abile questa tecnica e crea uno stile visuale sobrio ma d’impatto efficace.
A ben vedere non è comunque stato internet a portare lo shopping visuale allo stato attuale, almeno per quanto riguarda la moda: le riviste di moda ne avevano già scoperto l’importanza quando il web era ancora solo un’ipotesi.