Un’attenzione allo shopping come finora non s’era mai vista, con un’esperienza per il cliente che va oltre alle semplici ed essenziali operazioni di acquisto e pagamento. Ben oltre.
Veri e propri percorsi che si accordano alla categoria merceologica proposta che coinvolgono tutti i sensi, dalle immagini ai profumi ai suoni.
È questa l’atmosfera che offrono oggi molti dei cosiddetti concept store e che possiamo respirare mentre facciamo shopping: una vera e propria “esperienza di consumo”, che trasforma quella che alla base è una semplice compravendita in qualcosa di “altro”, molto più gratificante e – cosa molto importante – memorabile.
Già: perché non è sufficiente che un acquirente scelga e comperi nel nostro negozio, quanto che resti talmente soddisfatto, sotto tutti i punti di vista, dall’esperienza che ha vissuto durante l’acquisto da “registrarla” sensorialmente come positiva ed essere incoraggiato a volerla ripetere in futuro ed anche a parlarne in modo positivo ad altri.
Un rapporto sempre più stretto, infatti, lega gli studi sulle nuove strategie di marketing a quello dell’interiorizzazione delle esperienze, nello specifico a elementi percettivi ed emozionali che si “ancorano” nella nostra mente e che richiamano il momento dell’acquisto come esperienza positiva.
Una “coccola” multisensoriale che – non ci sarebbe neanche bisogno di dirlo – parte dalla mente dei creativi e degli esperti di marketing statunitensi già alla fine degli anni Novanta, oggi da noi riservata soprattutto agli store dei brand più esclusivi, ma che inizia a manifestarsi, magari giusto con piccoli accenni, anche in alcuni dei negozi multimarca presenti sul nostro territorio, puntando l’attenzione sul fornire al cliente esperienze emozionali, informative ed anche educative da ricordare.
Strategie che in un qualche modo sembrano essere la risposta fisica, appagante e “memorabile” allo sviluppo sempre più incalzante dello shopping online, che non potendo offrire nulla di così concreto e che vada a sollecitare realmente i sensi e le emozioni, fa invece leva su altri meccanismi di acquisto, quali il risparmio in termini di denaro e di tempo e la grande possibilità di scelta.
Atmosfera, gusto, design… Nuovi modi quindi di presentare la propria merce in vendita che intrattengono il cliente facendogli vivere un’esperienza gradevole e che lo stuzzicano sotto tutti i punti di vista, a partire dal richiamo delle vetrine alle fragranze che lo raggiungono mentre passa davanti a uno store specificatamente concepito per lo shopping esperienziale.
Spunti che, al di là del chiaro scopo commerciale, danno davvero modo alle aziende di creare un rapporto più diretto, di fiducia, più “umano” e personale con il cliente e che quindi iniziano anche a discostarsi dall’utilizzo di modelli di riferimento finora utilizzati dalla pubblicità, dove venivano spesso proposti esempi troppo lontani dai propri vissuti in cui ci si poteva ben poco riconoscere in prima persona.
Un approccio innovativo al commercio, teso non soltanto a vendere, ma anche a conquistare il cliente facendo leva sulle sue emozioni e sul suo benessere, rendendolo sempre più “fedele” e che sposta la sua attenzione dall’atto stesso della compravendita a quello dell’esperienza, a ciò che di gradevole e piacevole potrà poi, in futuro, associare alla scelta del bene o del servizio acquistato e quindi tornare a voler ripetere l’esperienza.