Con la nascita dell’eCommerce il nostro modo di fare shopping ha subito una vera e propria rivoluzione, che ci permette di passare dal desiderio all’acquisto in pochissimi secondi. Grazie all’apertura di siti online che ricalcano in tutto e per tutto la struttura dei negozi fisici abbiamo finalmente la possibilità di comperare capi di abbigliamento, oggetti di tecnologia, cibo per cani e gatti e tantissimi altri accessori senza spostarci dalla nostra abitazione e, soprattutto, ad un prezzo di mercato indubbiamente più vantaggioso.
Cosa desiderare ancora di più? Risparmio di tempo, denaro e un servizio quasi impeccabile che ci permette di ricevere i nostri ordini direttamente al nostro indirizzo di casa o sul luogo di lavoro. Eppure i consumatori 2.0, si sa, sono sempre più esigenti, tanto da aver già rilevato anche nel mondo eCommerce alcuni possibili margini di miglioramento.
Uno su tutti è il tema dell’integrazione fra negozi fisici ed online appartenenti allo stesso brand, la cui gestione continua a rimanere inspiegabilmente (almeno agli occhi del consumatore) separata. Gli effetti di questa scelta sono, per esempio, il fatto di non poter ordinare un prodotto online e ritirarlo in un punto vendita fisico appartenente allo stesso marchio, oppure la possibilità di effettuare un reso di un articolo acquistato online direttamente in un negozio appartenente al brand o che semplicemente ne è rivenditore. Queste situazioni, apparentemente poco rilevanti, hanno in realtà il potere di tenere ancora lontani tantissimi possibili utenti, che per non incorrere in lungaggini e spese inutili rinunciano del tutto all’acquisto.
Per fortuna negli ultimi anni anche gli eCommerce sembrano aver compreso la necessità di creare urgentemente un sistema integrato fra il mondo del commercio tradizionale e quello online: a correre ai ripari per primi sono, come sempre, i big del Web, fra i quali non poteva certamente mancare Zalando.
In una recente intervista riportata sul Corriere della Sera David Schneider, co-fondatore del famosissimo negozio di abbigliamento online, ha dichiarato che la prossima sfida di Zalando sarà proprio quella di creare un sistema di vendita sempre più integrato, in grado di garantire ai consumatori tutto il massimo del confort possibile nel mondo dello shopping. Queste le sue parole:
«Siamo fortemente interessati nel connettere i due mondi. Soprattutto in futuro, l’offline e l’online avranno sempre più concetti in comune. Il nostro interesse è sicuramente quello di trovare format che possano incontrare l’interesse dei consumatori[…]».
Il caso Zalando inoltre risulta ancora più interessante, poiché l’eCommerce, sebbene non abbia escluso la possibilità di aprire un negozio fisico, risulta al momento uno dei molti che hanno scelto di affidare il proprio business esclusivamente al mondo dell’online. Quali sono dunque le mosse concrete attraverso le quali il brand vuole intraprendere la connessione dei due mondi in mancanza di punti vendita fisici? Schneider prosegue:
«[…]un primo progetto pilota è stato “Integrated Commerce”, ossia quello con Adidas a Berlino con cui abbiamo iniziato a connetterci per permettere di far ritirare i prodotti direttamente in negozio. Siamo riusciti a fare una consegna in 25 minuti. L’interesse è quindi quello di utilizzare store esistenti per attivare delle collaborazioni».
Alla base del nuovo progetto Zalando ci sarebbe dunque l’intenzione di prendere accordi con i rivenditori dei brand proposti all’interno del catalogo online, come appunto Adidas, ma anche Mango, Benetton, Camper e molti altri ancora. In questo modo, proprio come descritto nell’estratto dell’intervista, sarebbe effettivamente possibile costruire un sistema di connessione che agevolerebbe di sicuro l’utente e permetterebbe inoltre di ridistribuire gli effort fra negozi tradizionali ed online.
Fra sperimentazioni e nuovi investimenti la sfida del colosso dello shopping è ormai iniziata sotto gli occhi di clienti e competitor che, si potrebbe scommettere non tarderanno nel mettere in atto soluzioni analoghe e sempre più efficaci.