Circa 2600 anni fa, in una fortezza militare della Giudea meridionale, un uomo di nome Eliashib inviava e riceveva messaggi su forniture di cibo. Una scoperta davvero importante, quella di cento e più ostraka ritrovati nei resti della fortezza di Tel Arad, sito archeologico di eccezionale interesse in una zona relativamente fertile tra il deserto della Giudea e il deserto del Negev, a circa cinquanta miglia a sud della moderna Gerusalemme.
Questi frammenti in ceramica con iscrizioni in inchiostro rappresentano il ritrovamento più importante per quanto riguarda la scrittura paleo-ebraica. Oltre che essere conosciuti per l’uso che se ne faceva per quella tipologia di votazione conosciuta appunto con il nome di ostracismo, gli ostraka venivano utilizzati come materiale scrittorio dalle classi più povere in alternativa al papiro, troppo costoso e riservato per lo più ai documenti importanti. Una ventina di quelli ritrovati ad Arad, ben conservati, hanno dato la possibilità agli esperti, tramite indagini effettuate con moderne tecniche digitali, di essere decifrati e di essere letti.
Sviluppando metodi per analizzare la scrittura a mano che aiutano a decifrare elementi della grafia e a ricondurli allo stesso autore, gli esperti hanno potuto capire se si trattava di messaggi appartenenti alla stessa mano o se erano stati scritti da autori diversi. E così siamo venuti a sapere che sei degli ostraka ritrovati nella fortezza di Arad rappresentano messaggi indirizzati a un certo Eliashib, mentre uno di questi è stato scritto da Eliashib stesso, di suo pugno. Tutti riguardano merci e acquisti. Vino, ma anche carichi di pasta, da effettuarsi per mezzo di asini.
Il ritrovamento ha suggerito che l’alfabetizzazione in quell’area era abbastanza diffusa, e non solo negli alti ranghi. Questi risultati hanno portato nuove prove al dibattito sulla datazione dei testi biblici: quant’erano diffuse la scrittura e la lettura in quel periodo tra la popolazione? Possono esser stati prodotti prima o dopo della caduta di Gerusalemme? Questa scoperta ha dato spunto per espandere la ricerca sulla diffusione dell’alfabetizzazione nell’antica Giudea e in altre zone.
Partendo infatti da queste primordiali shopping list e applicando i metodi di indagine a ritrovamenti anche in altri luoghi, è possibile avere una visione molto più chiara sulla diffusione della scrittura nelle civiltà più antiche.