Quando si parla di rapporti commerciali tra Italia e Cina, probabilmente il primo pensiero di molti riguarda gli sforzi delle aziende italiane nella difesa del Made in Italy e – più in generale – dei marchi italiani, in una costante lotta alle contraffazioni.
Da qualche anno a questa parte – tuttavia – per alcune lungimiranti aziende italiane particolarmente rivolte all’apertura verso mercati stranieri, la Cina ha assunto caratteristiche decisamente diverse. Forte di una crescita media del 10% negli ultimi 10 anni, l’economia cinese fa sempre più concorrenza all’economia americana ed è dal 2014 tra le prime due al mondo. A fare da traino a questa crescita è il settore dell’e-commerce, che in Cina cresce a ritmi ancor più elevati, e che – contrariamente a quanto accade in occidente – risponde alle carenze strutturali dell’economia “fisica”, non costruita su una fitta rete di piccole attività commerciali al dettaglio come invece accade ad esempio in Italia, trovando quindi terreno ancor più fertile per un rapido sviluppo.
Questa distintiva caratteristica del mercato interno cinese offre straordinarie occasioni alle piattaforme e-commerce, e in particolare ai cosiddetti marketplace, siti online dove anche piccoli venditori “privati” possono mettere in vendita i propri prodotti, raggiungendo in un paio di click un pubblico di dimensioni altrimenti inimmaginabili.
A giocare un ruolo centrale nel mercato cinese è, in particolare, il gruppo Alibaba: già rinominato l’Amazon cinese e noto al mercato occidentale per il marketplace business to consumer Aliexpress, il gruppo asiatico ha recentemente rivolto le sue attenzioni anche al mercato italiano. Grazie all’apertura di una sede fisica in Italia nell’ottobre 2015, guidata da un ex dirigente del gruppo Mediaset, in questo momento sono oltre 150 i venditori italiani attivi sulle diverse piattaforme gestite dal colosso del commercio online. I numeri sono decisamente interessanti: grazie all’esperienza maturata nel tempo, all’infrastruttura tecnologica e al supporto marketing offerto da Alibaba, le aziende italiane che desiderano offrire i loro prodotti Made in Italy hanno a disposizione un bacino di oltre 450 milioni di utenti cinesi, che acquistano ogni giorno dalle piattaforme del gruppo, quasi per l’80% da smartphone, generando un giro d’affari di quasi 550 miliardi di dollari.
Una scelta significativa quella del gruppo cinese, che sembra scommettere per prima sul Made in Italy grazie all’apertura della sede italiana, ma soprattutto un’occasione d’oro per i produttori italiani, che possono così scommettere su nuovi mercati emergenti, ampliando le proprie attività commerciali e sfruttando appieno i benefici di un’economia sempre più connessa, competitiva e globale.