L’italia è un paese conosciuto in tutto il mondo per le altisonanti firme che hanno fatto la storia della moda e per la qualità dell’arredamento e degli oggetti di design. Sono in pochi invece a sapere che, accanto a questi scenari tradizionali, negli ultimi anni ha fatto una prorompente comparsa la tendenza alla compravendita dell’usato. Il giro di affari non può essere certo paragonabile a quello dei paesi anglosassoni e degli Stati Uniti, dove la second hand economy è da sempre una forma di economia storicamente radicata. Tuttavia questa nuova tendenza assume ogni giorno che passa un’importanza sempre più rilevante anche per il nostro paese e i dati Doxa ne sono una conferma: 18 miliardi di euro generati solo nell’ultimo anno, ben l’1% del PIL nazionale. Ovviamente la passione per il vintage e per gli oggetti di antiquariato esiste da sempre, ma se prima poteva essere ricondotto ad una quantità limitata di persone definite, a seconda dei punti di vista, snob o alternative oggi questa chiave di lettura non basta più. L’usato è diventato un fenomeno molto più complesso, che può essere interpretato e compreso solamente a partire dalle tendenze che animano la società contemporanea. Fra crisi economica, nuovi valori e una realtà sempre più veloce e mutevole vediamo i quattro identikit che hanno fatto della second hand economy uno stile di vita.
Usato che passione! Come possedere uno stile inimitabile
Il primo è senza dubbio il profilo più tradizionale. La donna over 45 che frequenta per passione i mercatini dell’usato alla ricerca della bellezza e dell’unicità è un classico intramontabile che non conosce crisi. Gli oggetti del desiderio possono essere svariati: dall’abito vintage al pezzo di antiquariato, ma l’obiettivo è sempre quello di possedere qualcosa di unico che porta con sé il fascino del passato.
L’arte del risparmio
Il motivo più immediato e concreto che ha spinto gran parte dei cittadini a rivolgersi ai mercatini del’usato è senza dubbio la necessità di risparmiare. I quasi 10 anni di crisi che hanno colpito il nostro paese non solo hanno modificato l’assetto economico, ma hanno avuto importanti ripercussioni sulle modalità con cui i cittadini scelgono di fare acquisti. Secondo l’indagine Doxa il profilo di chi si è avvicinato al mondo dell’usato per necessità corrisponde al 71% e si muove sia in settori tradizionali, come quello dell’auto o del libro, che in altri storicamente meno frequentati come l’abbigliamento, i casalinghi e la tecnologia. Tra le bancarelle dei mercati rionali e vere e proprie catene di negozi second hand, come Humana o ManiTese, è possibile risparmiare dal 50 fino al 90% senza compromettere qualità e stile.
Per una realtà eco-sostenibile
In aumento è anche il profilo di colui che abbraccia con convinzione la scelta dell’usato per contribuire alla creazione di una realtà più sostenibile. In una società dominata dai consumi e da una politica usa e getta cresce sempre di più il numero di coloro che acquistano abiti ed accessori usati per sostenere l’economia circolare, all’interno della quale un bene non solo invecchia molto più lentamente ma, prima di essere cestinato, passa fra le mani di almeno tre proprietari. Il profilo del cittadino eco-sostenibile adotta solitamente anche pratiche che vanno oltre all’acquisto dell’usato, come la lotta allo spreco delle risorse, il consumo misurato di cibi di stagione fino alla pratica della condivisione dei beni.
La leggerezza del superfluo
La leggerezza del superfluo è la frase che meglio identifica il quarto profilo di chi adotta regolarmente la second hand economy. Figlio della società contemporanea, quest’ultimo abbraccia a pieno i valori dell’economia 2.0 e non sorprende che il suo identikit sia il più diffuso (33%) e, soprattutto, in continua crescita. In una realtà in cui tutto è veloce, mutabile e soprattutto passeggero anche gli acquisti rispondono alla necessità di avere sempre nuovi capi di abbigliamento, accessori, automobili senza spendere grosse cifre, per potersene poi liberare a cuor leggero. Questa tendenza viene sicuramente alimentata anche dalla pratica di acquistare e vendere online, atteggiamento diffuso fra i giovani e giovanissimi e che riguarda in particolar modo il settore della tecnologia.
Fra esigenze, nuove tendenze e nobili valori l’economia dell’usato ha fatto finalmente il suo ingresso anche in Italia, nella speranza che non si tratti solo di un fenomeno passeggero.