Paul Hawken lo aveva già scritto negli anni Ottanta: i processi che si erano avviati a partire dagli anni Settanta avrebbero avuto effetti che avrebbero rivoluzionato il tradizionale modo di rapportarsi di consumatori e venditori.
Niente di più profetico, dato che la sua idea si è difatti concretizzata in quello che oggi è il nuovo modo di fare economia.
Autore di numerose pubblicazioni in cui analizza le prospettive di un’economia che fondi il proprio modo di operare sulla consapevolezza ecologica, Paul Hawken è sempre stato attento agli effetti tra commercio e ambiente ed ha fondato l’organizzazione non governativa Natural Capital Institute, in California. Nel suo libro The Next Economy, pubblicato negli Stati Uniti nel 1983, Hawken ipotizzava un futuro in cui le nuove tecnologie potessero modificare il concetto di intermediazione tra le parti e che si potesse arrivare ad eliminare figure (intermediari, appunto) che mediassero tra venditore e utente finale.
Oggi, a trent’anni dalla sua analisi, la realtà è esattamente questa: con l’impiego della tecnologia, sempre più indirizzata verso nuove soluzioni, il consumatore ha infatti la possibilità di svolgere autonomamente, senza bisogno di contattare altre figure, molte delle sue attività quotidiane.
L’offerta e la domanda oggi si incontrano in modo diretto in un mercato virtuale, al quale si può accedere sempre più facilmente sia per quanto riguarda servizi bancari e assicurativi, sia per fare shopping, sia per quanto riguarda l’incontro della domanda e dell’offerta lavorativa.
Un abbattimento dei costi, quindi, su beni e servizi, turismo, editoria, ma anche per quanto riguarda il mondo dell’informazione, del giornalismo e della musica, sia per il cliente che per l’offerente.
Oggi possiamo dire che Paul Hawken aveva fatto una giusta previsione e che gli effetti di questo grande cambiamento, sia in positivo che in negativo, si fanno sentire.
L’effetto previsto da Hawken è stato quello di un fenomeno di disintermediazione, cioè di riduzione dei flussi intermediati, fino ad arrivare, in molti ambiti, a cancellare del tutto la figura dell’intermediario, ossia di quel soggetto che ha la funzione di intercedere tra due parti per facilitare e raggiungere un accordo.
Secondo le indagini degli ultimi anni, l’impatto maggiore del fenomeno ipotizzato da Hawken ha riguardato le nuove generazioni, innestando una serie di processi di cambiamento che coinvolgono molti settori di mercato. Questa progressiva (ma rapida) diffusione delle attività in rete ha acceso un intenso dibattito, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione delle attuali forme di mercato.
Tra le varie ipotesi, quella che considera possibile l’affermarsi, nel prossimo futuro, di nuove figure che, sempre servendosi della rete, gestiscono l’ingente flusso di informazioni con l’obiettivo di offrire agli utenti ricerche mirate in base ai loro interessi di acquisto e, alle aziende, di aver accesso ai dati e alle abitudini di consumo dei clienti.