“Gianni! L’ottimismo è il profumo della vita!”
Chi non ricorda questa frase? Così recitava Tonino Guerra nello spot per Unieuro nei primi anni 2000. Nella celebre pubblicità, il testimonial scomparso nel 2012 comunicava il suo entusiasmo e la sua visione positiva verso ciò che il futuro ci avrebbe riservato.
“Dall’argentina mia zia mi ha mandato 3 cartoline in 40 anni. Adesso col computer, i miei nipoti li vedo tutti i giorni – e mi chiedono anche un po’ di soldi… Ma come si fa a non essere ottimisti!”
“Eh sì, i viaggi, una volta, si facevano con il treno a vapore. Ma adesso il mondo è una palla che sta sulla tua mano! Come si fa a non essere ottimisti?!”
Quali sono gli elementi che hanno determinato il successo di questa campagna di comunicazione? Noi pensiamo che un fattore fondamentale sia stata la capacità di “saper parlare alla gente”: da questo punto di vista, la figura di Tonino Guerra è senza dubbio funzionale allo scopo. Un viso simpatico e affettuoso, una voce calda e rassicurante, un’irresistibile familiarità e capacità di trasmettere una sensazione di normalità, unite a semplicità di linguaggio e concetti largamente condivisibili: questi sono solo alcuni degli aspetti che hanno certamente contribuito a fare di Tonino Guerra un personaggio di spicco della cultura popolare italiana di inizio millennio.
Tonino Guerra era il nonno che ciascuno di noi avrebbe voluto avere, la sua immagine riassumeva allo stesso tempo la saggezza dell’esperienza e l’entusiasmo verso il futuro, in un’incredibile unione tra vecchio e nuovo, tra memoria e innovazione, tra tradizione e tecnologia. La sua stessa immagine ispirava fiducia, le sue parole che parlavano di progresso tecnologico lo rendevano facile ed accessibile per definizione. Ma soprattutto, la sua figura rifletteva le speranze e le aspettative dell’Italia dei primi anni 2000 e dava voce alla fiducia di una società che sentiva di avere tutte le carte in regola, anche grazie ai traguardi economici raggiunti a cavallo del millennio.
A seguito della notorietà, Tonino Guerra ha ricevuto il nome di “poeta dell’ottimismo”. Ma forse il letterato italiano – anche scrittore e sceneggiatore, oltre che poeta – avrebbe preferito diventare noto alle folle grazie alla sua abbondante produzione artistica: pare non amasse particolarmente questa definizione. Resta il fatto che l’ottimismo apparteneva per natura a Tonino Guerra, a lui che col suo entusiasmo era riuscito a superare la drammatica esperienza di prigionia nel campo di concentramento di Troisdorf, in Germania, dove – giovane poeta – era solito intrattenere alcuni compagni con poesie in dialetto romagnolo.
E invece, ironia della sorte, è diventato famoso grazie ad uno spot pubblicitario. A noi piace ricordarlo sorridente e immancabilmente ottimista.