Chi frequenta quotidianamente il mondo del Web ha ormai imparato a riconoscerle: sconti più che convenienti applicati a brand altisonanti, tempi di consegna lunghi o imprecisati, termini e condizioni di vendita vaghi o addirittura inesistenti. Stiamo parlando delle truffe online, che ancora oggi circolano indisturbate all’interno di social network, pubblicità o veri e propri eCommerce costruiti ad hoc per attrarre e raggirare milioni di utenti. Chi di noi non è mai incappato in allettanti inserzioni che propongono gioielli Pandora o occhiali Ray-Ban a poche decine di euro? Per non parlare di scarpe e borse, firmate sulla carta ma in realtà contraffatte. Online sono moltissimi i vademecum realizzati per fornire indicazioni utili su come evitare i raggiri, ma talvolta le riproduzioni di siti e merci sono così fedeli da non avere via di scampo. Cosa fare in questo caso? Ecco alcuni suggerimenti per capire come muoversi non ha appena si prende consapevolezza di essere stati truffati.
1) Segnalazione all’Antitrust
L’Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato, meglio conosciuta appunto come Antitrust, tutela anche i diritti dei consumatori. Per farlo ha messo a loro disposizione uno strumento di segnalazione all’interno del quale è possibile specificare tutti i dettagli della transazione. L’utente può ricorrere a questo strumento per mancanze più o meno gravi: dalla mancata consegna del prodotto all’errore del colore dell’oggetto.
2) Lettera di diffida
La diffida è una dichiarazione con la quale si invita la parte inadempiente a rispettare i termini del contratto. Il testo deve contenere le generalità del destinatario e quelle del diffidante, un riassunto che chiarisce i motivi che hanno portato all’invio della lettera e una data entro la quale risolvere definitivamente il contratto. Per avere valore legale la lettera deve essere inviata tramite raccomandata A/R o PEC. Fortunatamente la maggior parte dei casi di truffa online vede una soluzione subito dopo l’invio di questa lettera, in caso contrario non bisogna esitare a procedere con la denuncia.
3) Querela per truffa
Nei casi in cui l’eCommerce non agisca nemmeno dopo la lettera di diffida non resta che sporgere denuncia alla Polizia Postale o ai Carabinieri. Prima di farlo però è importante assicurarsi di avere fra le mani le prove dell’avvenuto acquisto, del pagamento ed eventuali scambi di comunicazione con il proprietario o il gestore del sito. La denuncia può essere sporta anche online, ma questo non implica che abbia alcuna priorità.
Queste sono le tre azioni principali e più efficaci che è possibile mettere in atto con tempistiche relativamente brevi non appena si ha la certezza di essere caduti in una truffa. Tuttavia non tutti i casi riescono a chiudersi in modo positivo per l’utente raggirato: prevenire attraverso l’informazione rimane ancora lo strumento più efficace.