Ci sono luoghi che vale visitare anche e soprattutto fuori stagione, o prima della calca estiva di luglio e agosto, oppure a settembre e anche ad ottobre.
Tra questi, l’Isola d’Elba, la nostra terza isola più grande e la maggiore dell’Arcipelago Toscano, in cui non soltanto le bellezze naturali riescono ad essere più apprezzate quando c’è meno affollamento di turisti, più silenzio, più pace, ma che ha anche il pregio di godere di un ottimo clima anche quando in molte altre località si sentono già i primi accenni dell’autunno.
Un clima, infatti, sempre mite, anche durante l’inverno, con temperature medie invidiabili, che nel mese di settembre regala ancora molte giornate calde e soleggiate, ideali per godere delle bellissime spiagge e della natura.
Meta ideale per chi può concedersi qualche altro giorno di vacanza a fine stagione, godendo di acque pulite e cristalline, natura incontaminata e paesaggi tra i più belli nel cuore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Una destinazione turistica che non solo gli italiani hanno imparato a conoscere nel tempo, ma che richiama sempre più ospiti stranieri, soprattutto tedeschi, svizzeri, olandesi e belgi, e che conserva ancora i tratti della sua originaria bellezza naturalistica sia lungo i suoi 147 km di costa sia nelle zone più interne.
Ricchissima di giacimenti di ferro (il cui sfruttamento è continuato fino alla metà degli anni Cinquanta del secolo scorso e che nel 1981 ha visto dismettere l’ultima miniera rimasta), nonché di granodiorite, una roccia calcarea chiamata anche “granito dell’Elba”, l’isola è stata la culla per molti insediamenti già in tempi antichissimi, prima fra tutte la civiltà etrusca, quindi, per molti secoli, ambita conquista a partire all’età romana, quindi dominio degli Ostrogoti e dei Longobardi, saccheggiata dai Saraceni, divenuta parte del territorio della Repubblica di Pisa, poi della signoria degli Appiano di Piombino, assalita dai corsari tunisini, suddivisa in tre settori sotto il Granducato di Toscana, della Spagna e di Piombino.
Finché, in mano ai francesi, si è resa testimone dello storico esilio di Napoleone Bonaparte, che rimase nell’isola per trecento giorni, dall’inizio del maggio 1814 all’inizio del marzo 1815, di cui restano a testimonianza quelli che oggi sono i due musei napoleonici della Villa dei Mulini e della Villa San Martino, a Portoferraio, dove Napoleone alloggiò per quei dieci mesi. È dopo l’unità d’Italia che il governatorato dell’Elba venne unito a quello di Livorno diventando poi provincia di questa città.
Storia, tradizioni popolari, una natura che offre moltissime possibilità, dalle passeggiate sui rilievi (fra tutti, il più elevato, il Monte Capanne) al turismo balneare, tra le moltissime cale, golfi e spiagge di sabbia bianca granitica o di scogli levigati o quelle sul versante orientale, estremamente caratteristiche, “nere” per la larga presenza di minerali di ferro.
E ovunque, acque cristalline, ideali per le immersioni subacquee, e una vegetazione tipica mediterranea che ancora conserva molti dei suoi elementi originari, habitat di numerose specie animali tra cui spiccano coralli, balenottere, capodogli, delfini, orche, lo squalo bianco e lo squalo volpe, il pesce luna, alcuni esemplari di tartarughe marine e una specie endemica di verzellino che la leggenda racconta derivi da antichi esemplari di canarini arrivati sull’isola a seguito del naufragio di una nave spagnola.
Da non dimenticare, inoltre, la bellezza dei centri abitati e la ricchezza enogastronomica (i vini dell’Elba, ad esempio, tra cui spiccano l’Aleatico e l’Ansonica).
Insomma, un’isola tutta da vedere, l’antica “Ilva” latina, soprattutto nella pace e nella serenità dei mesi di bassa stagione, per godersi di tramonti sul mare indimenticabili e di panorami che lasciano senza fiato.